San Luigi Guanella e la sua opera
Visse anni difficili per incomprensioni con le autorità civili e religiose; relegato tra i monti, venne poi richiamato e si prese cura di un’opera di orfane, guidando un piccolo gruppo di giovani donne consacrate; a Como aprì per tutti i bisognosi “la piccola Casa della Divina Provvidenza”, a cui seguirono diverse altre opere. Per continuare la sua opera di carità tra i poveri più poveri fondò due congregazioni religiose; morì a Como il 24 ottobre 1915 e, dopo essere già stato proclamato beato da Paolo VI il 25 ottobre 1964, il 23 ottobre 2011 viene canonizzato da Benedetto XVI con una solenne cerimonia in Vaticano. La vicinanza alla figura di don Bosco e gli anni trascorsi presso di lui, gli fecero maturare l’idea di un quadro educativo fondato sul “metodo preventivo”: per don Guanella il sistema preventivo è il nucleo centrale che unifica l’attività educativa.
Don Luigi Guanella nella sua vita ha sempre mostrato grande stima e amore ed una particolare predilezione per le creature “scarse di mente” che con affetto, ad imitazione del Cottolengo, chiamava “Buoni Figli” per indicare il loro stato d’innocenza. Così spronava i suoi sacerdoti e le sue suore: “non mettete all’ultimo posto di casa chi deve stare al primo, il più abbietto e il più abbandonato”.
Dal cuore di San Luigi è sorta la FAMIGLIA GUANELLIANA formata da due congregazioni, una femminile ed una maschile, e da laici impegnati
al cuore di San Luigi è sorta la FAMIGLIA GUANELLIANA formata da due congregazioni, una femminile ed una maschile, e da laici impegnati:
- Le Figlie di Santa Maria della Provvidenza *
- I Servi della Carità
- I Cooperatori guanelliani.
Le due Congregazioni attuano la loro missione in diversi paesi nel mondo, in conformità ai principi operativi guanelliani e le loro opere assistenziali consistono in:
- Case per anziani
- Centri per disabili psico-fisici
- Istituti educativi per i minori a diversi livelli
- Collaborazione nelle parrocchie per l’animazione liturgica e la pastorale
- Soccorso alle nuove povertà attuato in forme diverse (mense, case alloggio, ecc.)
Come testamento alle suore e ai sacerdoti lascia questa frase ricorrente nei suoi scritti: “Finirla non si può finché ci sono poveri da soccorrere”. L’azione che ne consegue mira, quindi, all’elevazione materiale e morale, umana e spirituale di singoli e di gruppi, specialmente i più deboli, nel rispetto della loro storia e della loro cultura, ed a sensibilizzare, perché nessuno sia lasciato indietro nella vita e tutti possano partecipare al progresso della civiltà.
Con mezzi pubblici
Dalla stazione Termini prendere la metropolitana linea A e scendere alla fermata Arco di Travertino. Recarsi alla fermata CIRO’ e prendere il 663 per 14 fermate. Scendere alla fermata APPIA PIGNATELLI/S.TARCISIO. Proseguire a piedi per 350 metri. Prendere via Talarchiana, in fondo alla strada c’e’ l’ingresso dell’istituto.
In macchina
Grande raccordo Anulare Uscita 23 (Roma, Appio S.Giovanni, Ciampino, Albano Laziale), prendere la via Appia in direzione Roma centro. Percorrere 4 km circa, quindi prendere via Appia Pignatelli sulla sinistra e percorrerla per 1.4 km. Girare a sinistra in via Talarchiana, in fondo alla strada c’e’ l’ingresso del centro.